Comunità Energetiche Rinnovabili

A fine febbraio 2023, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, ha inviato all’Unione europea la proposta di decreto che incentiva le comunità energetiche: la proposta è ora in attesa del via libera della Commissione Ue.

Con questo decreto l’Italia andrà a recepire la Direttiva europea RED II 2001/2018, con la quale l’Ue ha riconosciuto valenza giuridica alle associazioni di cittadini attive nel condividere l’energia; ha inoltre ampliato la figura del produttore/consumatore di energia, alternativa fino ad ora possibile solo per chi era proprietario di un impianto.

Con l’istituzione delle comunità energetiche si intende fare alcuni passi in più:

  • aumentare la sostenibilità e l’efficienza del sistema elettrico;
  • fornire uno strumento di partecipazione alla transizione energetica anche ai cittadini che, non possono installare un impianto di produzione da energia rinnovabile di proprietà;
  • dare un contributo, tramite gli incentivi, a chi si trova in condizioni di povertà energetica e ha difficoltà a pagare le bollette.

Il decreto prevedrà due modalità differenti per diventare prosumer, ognuna delle quali può essere utilizzata in uno specifico contesto: le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) e l’Autoconsumo collettivo (generalmente per i condomini).

Che cos’è la Cer e chi potrà farne parte?

Le Comunità energetiche rinnovabili possono essere composte da più edifici e da più attori di diverso tipo: cittadini, piccole e medie imprese ed enti locali che decidono di unirsi e dotarsi di un impianto per la produzione di energia da fonti rinnovabili; l’energia prodotta dall’impianto viene condivisa e consumata da questi stessi soggetti che ricevono in cambio un incentivo per l’energia auto-consumata.

Anche chi non dispone di un proprio impianto di produzione di energia rinnovabile, potrà quindi diventare un consumatore attivo, perché potrà consumare l’energia prodotta dall’impianto comune, ma senza dover per forza contribuire economicamente al suo acquisto e installazione.

Che cos’è l’autoconsumo collettivo?

È un insieme di almeno due cittadini che si trovano nello stesso condominio o edificio e che consumano l’energia prodotta da un unico impianto condiviso. Le modalità di auto-consumo e di riconoscimento degli incentivi è la stessa delle Cer.

Gli incentivi

Si tratterà di un compenso economico per l’energia condivisa tra gli utenti. Coloro che parteciperanno alle comunità energetiche ne riceveranno uno per 20 anni, calcolato su base oraria.

Le prime cifre parlano di circa 10 centesimi di euro per KWh prodotto e consumato nella fascia oraria in cui l’impianto la sta producendo. Gli incentivi potrebbero variare anche in base alla potenza degli impianti, che non potranno mai superare 1 MW di potenza: gli impianti piccoli dovrebbero ricevere un incentivo in proporzione maggiore.

 

Sarà corrisposto un incentivo più basso per i comuni con meno di 5.000 abitanti in quanto potranno beneficiare di un contributo a fondo perduto fino al 40% del costo dell’impianto per la realizzazione.

I consumi e le bollette scendono?

Consumi e bollette non cambiano, sia per le Comunità energetiche che per l’Autoconsumo collettivo.

Per partecipare devo cambiare fornitore?

No, la normativa vuole proprio lasciare libero il cittadino di gestire la propria fornitura. Quindi non c’è alcun vincolo fra la community energetica e il fornitore di energia elettrica. Vale anche nei casi in cui fosse proprio un fornitore a proporre un Autoconsumo collettivo a un condominio ad esempio, magari con il supporto all’installazione di un impianto fotovoltaico.